Se c’è questa frase contiene farina di grillo: controlla sempre questo nell’etichetta

La farina di grillo ormai è un ingrediente approvato: potrebbe essere già presente in molti prodotti acquistabili nei supermercati.

Dal gennaio 2023, l’UE ha dato l’ok formale alla commercializzazione della farina di grillo (Acheta domesticus) in vari alimenti. Tale pronuncia ha aperto le porte a una nuova frontiera gastronomica. Una novità che ha a che fare con la sostenibilità, l’innovazione e con la ricerca di alimenti alternativi.

La farina di grillo e, in evidenza, un grillo su una foglia
Se c’è questa frase contiene farina di grillo: controlla sempre questo nell’etichetta – ocagiuliva.it

In Italia, esistono già diverse aziende che si occupano di allevamento di grilli destinati all’alimentazione umana. La produzione avviene in ambienti controllati e nel rispetto delle normative sanitarie. Molti consumatori sono però spaventati. Temono di poter questa farina in prodotti insospettabili.

In teoria, la farina di grillo può essere usata per produrre pasta, pane, cracker, grissini, biscotti e dolci da forno. Oppure potrebbe essere presente nella birra, nelle minestre in polvere e persino nel cioccolato!

La normativa italiana impone tuttavia che la presenza di farina di insetti sia chiaramente indicata in etichetta. In questo senso, i consumatori non devono temere alcuna brutta sorpresa. I prodotti sono spesso collocati in scaffali dedicati, proprio per essere differenziati da quelli a base di cereali.

Farina di grillo, occhio all’etichetta

Non bisogna partire prevenuti… Dal punto di vista nutrizionale, la farina di grillo (che in realtà è il prodotto della macerazione di larve degli insetti) è ricchissima di proteine, ferro, calcio e vitamina B12. Ed è quindi un alimento molto interessante, e non solo per i celiaci. Il suo più grande punto di forza riguarda il ridotto impatto ambientale. Gli allevamenti di insetti consumano meno acqua e meno spazio rispetto alle coltivazioni di grano, frumento e altri cereali.

Dei grilli da alimentazione in una ciotola e della farina bianca
Farina di grillo, occhio all’etichetta – ocagiulivamilano.it

Usando la farina di grillo, l’essere umano potrebbe poi soddisfare il suo fabbisogno di proteine senza dover mangiare carne. Per ottenere un chilo di proteine da grilli servono solo 2 due chili di mangime. Con la carne bovina, invece, un chilo di proteine si ricava consumando almeno 25 chili di mangime.

Il grillo può essere dunque giudicato come un insetto dal grande potenziale. Allevandolo e trasformandolo in farina, può far forma a prodotti assai nutrienti, più ecologici e sorprendentemente versatili.

L’etichetta di un alimento che contiene farina di grillo deve riportare la dicitura “polvere parzialmente sgrassata di Acheta domesticus (grillo domestico)“. Lo dice la normativa europea. Tale indicazione è obbligatoria per garantire la trasparenza. Cioè per informare coloro che non hanno piacere a sperimentare l’assaggio di un simile prodotto. Ma c’è di più: l’etichetta deve specificare che il prodotto potrebbe causare reazioni allergiche in persone allergiche a crostacei, molluschi e acari della polvere. Una questione di sicurezza, dunque.

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