Una novità importante per numerosi pensionati: è in arrivo un incremento fino 600 euro mensili. Chi sono i beneficiari dell’aumento.
Una delle questioni più delicate e sentite a livello politico come e soprattutto a quello sociale riguarda l’importo delle pensioni. Infatti in molti casi le pensioni erogate non sono sufficienti a garantire una vita dignitosa al titolare del trattamento. Si tratta di una questione di stretta attualità destinata ad aggravarsi ulteriormente in futuro.

Infatti per molti contributivi puri, cioè coloro che hanno versato contributi previdenziali solo a partire dal 1° gennaio 1996, si avvicina il momento della conclusione della carriera lavorativa. E le prospettive sono tutt’altro che positive per quanti hanno avuto lavori precari e mal retribuiti nel corso della vita professionale. Ora giunge una notizia incoraggiante almeno per una categoria di pensionati, vediamo.
Pensioni fino a 600 euro, chi sono i titolari
La Corte costituzionale ha recentemente stabilito l‘illegittimità del divieto di integrazione al minimo previsto dalla riforma Dini per le pensioni di invalidità dei contributivi puri. La Corte costituzionale ha contestato la disparità di trattamento tra pensionati del regime contributivo puro e tutti gli altri.

Quindi dopo quasi 30 anni quella parte della legge Dini, giudicata incostituzionale, verrà annullata. Ne consegue che le pensioni di invalidità previdenziale erogate utilizzando il calcolo contributivo puro avranno un importo minimo di 603,90 euro al mese, sotto al quale non sarà possibile scendere. Questo significa che in alcuni casi i titolari di questo trattamento potranno godere di un aumento fino a 603,90 euro.
Tuttavia occorre sottolineare che non sono previsti arretrati per quanti in passato hanno ricevuto pensioni inferiori a questa soglia. Dunque la Corte costituzionale ha riconosciuto l’iniquità di quella norma, ma al contempo non ha disposto l’erogazione di arretrati. Si tratta comunque di un cambiamento importante per il sistema pensionistico italiano, perché non è escludere che in futuro si possa applicare ad altre prestazioni dei contributivi puri sottoposte allo stesso vincolo.
Quindi dalla sentenza della Corte i trattamenti delle pensioni di invalidità previdenziale non potranno scendere sotto la soglia di 603,90 euro al mese per tutti compresi i contributivi puri. L’aumento arriverà a coloro che finora avevano ricevuto un assegno mensile, per questa prestazione, più basso del minimo. In questo modo non ci saranno più disparità di trattamento, ma bisogna rassegnarsi non ci saranno arretrati.
Per i contributivi puri ci sono altri trattamenti pensionistici al di sotto del minimo e la speranza è che questa sentenza possa costituire un precedente favorevole ai pensionati. Ma serve comunque un procedimento davanti alla Consulta per arrivare allo stesso risultato.