Acqua al ristorante, un modo di servirla al cliente che non è ammesso dalla legge. La somministrazione deve essere quella consentita dalla norma.
La stagione estiva concede ora una pausa al caldo estremo, mostrando il suo lato piacevole soprattutto nelle gradevoli ore serali. Questo non fa altro che stimolare la passione degli italiani per la ristorazione fuori casa che sia un ristorante, un bistrot o una semplice pizzeria.
Una sera insieme ai familiari o agli amici, mangiando in un locale all’aperto è un piacere al quale è difficile rinunciare. Dunque la ristorazione è un settore molto importante dal punto di vista economico e lavorativo, ma proprio per il suo rilievo deve rispettare delle precise norme che garantiscano la clientela dal punto di vista igienico e della sicurezza.
Diciamo immediatamente che le leggi sulla sicurezza alimentare e l’igiene servono proprio a tutelare il consumatore. A questo proposito anche il diritto all’informazione è molto importante, per garantire la libertà di scelta consapevole del consumatore.
A questo discorso è connessa anche la tutela della salute del cliente che deve conoscere quello che sta per consumare. Un criterio simile vale per i cibi quanto per le bevande, a partire dall’acqua. Può sembrare sorprendente, ma ci sono regole precise anche alla somministrazione dell’acqua in un’attività ristorativa. L’acqua servita in un ristorante, che sia minerale, naturale, effervescente, può essere in caraffa?
La risposta è no. L’acqua in un pubblico esercizio deve essere servita in bottiglie sigillate e con etichetta riportante tutte le indicazioni previste dalla legge. Questo per garantire la tracciabilità del prodotto e il rispetto delle norme vigenti. Non ci deve essere ambiguità, l’acqua minerale deve essere servita nella sua confezione, con l’etichetta ben visibile, per consentire al cliente di leggere provenienza e caratteristiche del prodotto.
L’acqua in caraffa è spesso trattata e microfiltrata e in questo caso il consumatore deve essere informato chiaramente che è servita acqua potabile trattata e microfiltrata. È addirittura previsto dalla legge che il contenitore riporti chiaramente la dicitura acqua potabile trattata o acqua potabile tratta e gassata, se l’acqua è addizionata di anidride carbonica.
Il ristoratore è dunque tenuto a informare correttamente il cliente che l’acqua in caraffa servita nel locale sia sicura da consumare e somministrata in modo igienico. Il ristoratore non deve lasciare spazi a dubbi e confusione nel cliente riguardo l’acqua servita, informandolo con chiarezza anche si tratta semplicemente di acqua proveniente dal rubinetto.
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