A Cucine da Incubo Cannavacciuolo non le manda a dire arrivando persino a litigare con il cameriere.
La nuova stagione di Cucine da Incubo è andata in onda la scorsa primavera. Anche durante l’11a stagione, Chef Cannavacciuolo ha dovuto armarsi di pazienza ed affrontare situazioni particolarmente complicate. L’ultima puntata Antonino si è recato in Irpinia, precisamente Montella, provincia di Avellino.

Qui è sito un ristorante dal nome La Brasserie. Titolari due fratelli, Ivano e Sergio. Un locale apprezzato ove si propone cucina casereccia…almeno, un tempo. Oggi, però, la trattoria ha perso carattere, oltre alle tensioni tra i due proprietari, motivi per i quali la maggior parte della clientela è fuggita.
Dunque, arriva lo Chef partenopeo a salvarli cercando di riportare armonia e, specialmente, far risplendere la loro attività. Un’impresa tutt’altro che facile, anzi, in merito ha riscontrato molta difficoltà tra mezze frasi e parziali bugie. Si è giunti addirittura al duro confronto sebbene Cannavacciuolo abbia avuto la meglio.
Cucine da Incubo, ora basta: lo Chef si infuria
Come consuetudine, Antonino Cannavacciuolo, una volta individuato il ristorante da aiutare, si reca sul posto e scruta l’ambiente da cima a fondo. Osserva i comportamenti del personale dopodiché chiede di assaggiare qualche prelibatezza tipica affinché si renda conto dello stato attuale culinario del ristorante.

A La Brasserie ha scelto: fritto misto all’italiana, ravioli noci e tartufo, paccheri zucca e porcini. Ma già dal primo sguardo, senza nemmeno assaggiare, lo Chef capisce tutto: ingredienti surgelati, sughi pronti e, soprattutto, la realtà non corrisponde a quanto indicato nel menù. La situazione si aggrava.
In particolare lo scontro avviene sul fritto misto all’italiana. Patate, polpettine, pane fritto e fagottini ripieni – incalzato da Antonino, Ivano dichiara solo la ricotta nel ripieno, in verità si intravede anche il prosciutto. Le bugie non sono tollerate e, difatti, il diretto smascherato ammette: “Mi sono sentito male“.
Una frase detta di nascosto, dinanzi alla telecamera. Probabilmente un senso di vergogna anche perché con lo Chef stellato non si scherza. A un certo punto compare Sergio, il cuoco, consapevole del disastro. Cucina casereccia significa piatti realizzati home made con ingredienti freschi ma la qualità scarseggia.
Tuttavia basterebbe poco (o quasi): riscoprire quel senso di appartenenza alla propria terra e quanta ricchezza può ancora donare valorizzando i suoi prodotti tipici. Tale connotazione si è persa a causa dei contrasti fraterni: Sergio più incisivo e improntato alla cucina locale, Ivano pecca di leadership ed è più moderno.
Fortunatamente l’intervento di Antonino Cannavacciuolo è stato provvidenziale: non solo ha riappacificato le due visioni, completamente diverse, dei fratelli ma ha dato notevole impulso a La Brasserie perché ricevesse nuova linfa. Con un makeover degli spazi e un menù rivisitato, ora è l’inizio di un nuovo luminoso capitolo.