Il bollo auto cambia gestione, e con essa anche le modalità fino ad oggi conosciute: ecco tutte le importanti novità da conoscere.
“Si stava meglio quando non c’era il bollo” è una frase che può dire solamente chi, ai tempi, non possedeva un’auto. Già negli anni ’20 esisteva la tassa di circolazione, ma è nel 1953, con la Legge 435, che viene istituito un tributo annuale uniforme a livello nazionale. E adesso, nel 2025, quel potere nazionale decade per passare l’intero scettro alle Regioni: le stesse che già da tempo lo regolavano, ma che oggi ne prenderanno il pieno controllo.

Per capirci, continuiamo con le date. Nel più vicino 1983, la Legge 53 trasforma la tassa di circolazione in una vera e propria tassa di possesso. Da quel momento in poi, chiunque possieda un’auto deve pagare il bollo, indipendentemente dall’uso. Insomma, le certezze fanno presto a svanire nel nulla.
E forse, il 2025 sarà uno di quegli anni da segnare nel diario storico di questa tassa, visto che il passaggio totale della gestione dallo Stato alle Regioni darà loro pieno potere di intervento. Il resto rimane ipotesi, ma alcuni cambiamenti sono già stati varati e entreranno in vigore a partire dal 2026.
Bollo auto, dal 2026 cambiano regole e agevolazioni
Dal 2026 si entrerà in un nuovo capitolo che riscrive per davvero la storia del bollo auto. Con il decreto sul federalismo fiscale regionale approvato dal governo, la competenza su questa tassa passerà definitivamente alle Regioni, che avranno la facoltà di stabilire importi, scadenze e riduzioni a loro piacimento.
Un passaggio che toglie ogni ombra di uniformità a livello nazionale, obbligando i contribuenti a fare riferimento soltanto alle regole decise nella propria Regione di residenza. Non ci sarà più la rateizzazione classica, e il pagamento dovrà avvenire in un’unica soluzione annuale, salvo ulteriori interventi che i singoli enti potrebbero introdurre più avanti.

Tra le modifiche più incisive c’è quella relativa ai veicoli sottoposti a fermo amministrativo: dal prossimo anno il bollo sarà dovuto anche su questi mezzi, senza alcuna eccezione, sia che il fermo sia di natura fiscale sia che derivi da provvedimenti giudiziari.
Il quadro cambia anche per i veicoli elettrici. Attualmente molte Regioni garantiscono esenzioni totali o parziali per le auto a zero emissioni, ma dal 2026 ogni amministrazione potrà decidere in piena autonomia se mantenere queste agevolazioni o addirittura eliminarle. In teoria, potrebbe arrivare anche l’obbligo di pagamento per le auto elettriche, una possibilità che oggi nessuno auspica ma che rientra nei poteri concessi dal nuovo decreto.
Cambia inoltre la periodicità: per i veicoli immatricolati dal 2026 in poi, la tassa seguirà la data di prima immatricolazione, mentre per quelli già in circolazione resteranno (almeno per ora) le scadenze classiche. Insomma, il bollo auto dal 2026 potrebbe diventare una vera giungla regionale.